News

Un viaggio nella voce con Valentina Gianni

Valentina Gianni, attrice, speaker, doppiatrice, cantante e burattinaia. Voice over e speaker in documentari scientifici e divulgativi. È ideatrice insieme a Federico Barsanti del personaggio la “Signora Porzia”.
Nel 2019 nasce il suo “Teatrino Valentino”, spettacolo di burattini con storie da lei scritte o rivisitate.

– Ciao Valentina, quando hai scoperto la tua voce?

Credo già da bambina quando, ancora inconsapevole, usare la mia voce era fonte di gioia e divertimento. I miei giochi preferiti erano interpretare personaggi a cui davo le voci più disparate, imitando i grandi attori e doppiatori che sentivo in Tv, cantare, fare la presentatrice e ascoltare le favole sul mio mangianastri; c’è da dire che erano lette da grandi attori e attrici del calibro di Paolo Poli, Giulietta Masina, Giorgio Melazzi, Sergio Fantoni, Oreste Lionello, Giulia Lazzarini, Valeria Falcinelli, Simona Izzo, Mariangela Melato e Gabriele Lavia… Imitavo e imparavo. La vera scoperta poi è avvenuta a sedici anni quando mi sono avvicinata al teatro e al canto e ho iniziato a studiare, affinando la dizione e prendendo negli anni sempre più consapevolezza del mio apparato fonatorio. Negli ultimi due anni poi, ho deciso di intraprendere un percorso specifico frequentando la scuola di doppiaggio Voice Art Dubbing di Roma.

Di cosa ti occupi in particolare?

Attualmente affianco mio marito, Federico Barsanti, come attrice e inventrice visionaria e nella gestione della scuola del Piccolo Teatro Sperimentale dove tengo anche corsi di teatro e workshop per bambini, ragazzi e adulti, alcuni dei quali specifici su dizione e interpretazione vocale.

Collaboro con varie produzioni come speaker e doppiatrice realizzando spot, podcast e documentari divulgativi. Porto in tour “Il Teatrino Valentino”, uno spettacolo di burattini dove rielaboro favole e storie dando le più svariate voci a questi simpatici personaggi.

Da un anno faccio anche parte della live band “Just Friends”.

Qual è la cosa più importante che hai imparato in tanti anni di lavoro?

Che l’arte, in qualsiasi forma, è un servizio che favorisce l’espressione e il benessere degli esseri umani. Che lo scambio è sempre arricchimento.

In che modo il teatro può migliorare la vita di tutti i giorni?

Come dicevo, il teatro permette di esprimere parti di noi, anche quelle che pensiamo di non avere o di conoscere. Aiuta ad acquistare sicurezza, a sondare i propri limiti e perché no? Ogni tanto a superarli. Attraverso svariate tecniche teatrali, la recitazione e la sperimentazione, ribaltiamo le nostre convinzioni su noi stessi e sugli altri e sviluppiamo quello che secondo me è il sentimento più importante nella società: l’empatia.

Foto: su concessione dell’Ufficio Stampa Elena Torre